Fighter by Craig Davidson

Fighter by Craig Davidson

autore:Craig Davidson [Davidson, Craig]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 978-88-6123-131-3
pubblicato: 2006-12-31T16:00:00+00:00


7

Il torneo di qualificazione ai Golden Gloves di Upper New York si teneva nelle cantine della cattedrale di St. Michael, all'angolo tra la Niagara e la Dodicesima. La data era il 31 dicembre 2005.

Lo spogliatoio ribolliva di corpi e voci, corpi di uomini e ragazzi, spalle e petti nudi, neri, bianchi, scuri, abbronzati, gialli. Grembiuli da chierichetto e candelabri per ceri votivi erano appesi a ganci sopra la bilancia.

Rob si spogliò, rimase in mutande e prese posto in fila.

Irlandesi con le braccia lentigginose, pesi mosca messicani che parevano fatti di corda intrecciata, pesi medi neri con fisici da supereroi - con muscoli anche dove non dovevano essercene ragazzini di strada cubani con cicatrici sui volti, arroganti italiani con la mascella di marmo e i nasi schiacciati. Erano arrivati da tutta la regione: Lockport e Eerie, Lackawanna e Tonawanda, alcuni guidando a nord da New York City, cercando turni più facili. Si osservavano gli uni con gli altri come prigionieri, valutandosi a vicenda, calcolando le proprie possibilità contro ognuno.

Rob salì le scale. Il suo torso riluceva azzurrino in alcuni punti, i suoi muscoli definiti lambiti dall'ombra. Un organizzatore ufficiale scribacchiò "164" sulla copertina del suo libretto di pugilato. Un medico sportivo accese una penna luminosa nei suoi occhi e ascoltò il toc-toc del suo cuore.

Il libretto di pugilato di Rob fu lanciato sopra il tavolino dei dirigenti che decidevano gli accoppiamenti. Tre organizzatori avevano il compito di far incontrare combattenti di peso ed esperienza simili. Mentre scartabellavano i libretti, gli allenatori si affollavano ai lati, offrendo le loro opinioni:

«Giocate pulito, eh, ragazzi, giocate pulito…»

«Oh, no, amico! Quel ragazzo è uno che gioca sporco, si sa… non esiste che accettiamo l'incontro!»

«Vanno bene tutti. TUTTI!»

A Rob toccò un dilettante di venticinque anni da Bed-Stuy: Marty "Sugar" Caine. Caine si era recentemente qualificato per una selezione della squadra olimpica.

Reuben e Rob si isolarono temporaneamente nella zona allenatori: un tavolo malridotto circondato da lerci separé ospedalieri. Da entrambi i lati si potevano cogliere le ombre degli allenatori che bendavano le mani dei loro protetti, massaggiandogli collo e spalle.

«Non sarà una passeggiata,» disse Reuben. «Caine è capace. Ma la percentuale di k.o. non è alta. Devi entrargli in testa, Robbie. Voglio che pensi, questo ragazzo è fatto di mattoni. Voglio che pensi, questo ragazzo beve kerosene e sputa fiamma ossidrica. Capito?»

Tommy infilò la testa tra i separé da ospedale.

«Dov'eri?» chiese Reuben.

«L'autobus si è rotto in autostrada.» Sorrise a Rob.

«Come ti senti, campione?»

Un organizzatore si fermò per osservare Reuben che bendava le mani di Robbie; le regole della commissione pugilistica dello stato di New York prevedevano che un organizzatore ufficiale fosse presente durante la bendatura pre-gara per assicurare che fosse regolare, senza zavorre di piombo od olio di semi di mostarda. L'ufficiale siglò la bendatura di Rob e Reuben fece sdraiare suo figlio sul tavolo, per spargere di unguento i muscoli della sua schiena.

«Come ti senti?»

«Nervoso», rispose Rob.

«Ehi, il problema sarebbe se non avessi le farfalle nello stomaco. Ricordati: eroi e codardi hanno paura allo stesso modo. Solo che gli eroi reagiscono diversamente, tutto qui»

Ma suo padre non capiva.



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